domenica 16 ottobre 2011

Appello per la non approvazione della proposta di legge n. 90/11 “Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua”

Le sottoscritte associazioni chiedono ai consiglieri regionale delle Marche di non approvare la proposta di legge n. 90/11 “Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua” perché i tre articoli di questa legge avente come “fine di assicurare la realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria ed ordinaria necessarie per la prevenzione e la messa in sicurezza della regione fluviale rispetto al rischio idrogeologico e agli squilibri fisico-ambientali”, permettendo di prelevare la preziosa ghiaia avrà invece l'effetto opposto, come ormai l'esperienza ed ogni trattato di ingegneria idraulica ci conferma.

Nel corso degli anni si è andati ad occupare aree che erano destinate all'espansione naturale del fiume e spesso gli interventi fatti sotto il principio della difesa idraulica e di una maggiore sicurezza del territorio hanno aumentato il rischio idrogeologico nel nostro Paese. Alla luce dell'esperienza fatta abbiamo il dovere di un'inversione di tendenza rispetto all'approccio classico di sistemazione idraulica dei corsi d'acqua andando ad una corretta gestione del territorio.

Il problema posto dalla necessità di interventi e la scarsità delle risorse finanziarie disponibili non può essere superato attraverso “la valorizzazione del materiale litoide” perché questa operazione porterà più costi ambientali ed economici che benefici:
  1. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione innesca una erosione delle sponde e migrazione longitudinale e laterale in tratti precedentemente stabili, con conseguente aumento dell'instabilità.
  2. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione è accompagnata da un abbassamento del pelo libero dell'acqua fluviale ed ha come risultato la destabilizzazione delle pile dei ponti o altre strutture su piloni, mentre condotte o altre strutture sepolte sotto il fondo possono essere esposte o danneggiate.
  3. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione è accompagnata da un abbassamento del pelo libero dell'acqua fluviale e delle falde ad essa idrogeologicamente connesse. L'approfondimento dell'alveo ed il suo “effetto canalizzante” riduce la ricarica naturale delle falde ed aumenta le difficoltà di approvvigionamento idrico.
  4. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione è accompagnata da un abbassamento del pelo libero dell'acqua fluviale e delle falde ad essa idrogeologicamente connesse nelle zone costiere favorisce l'ingresso del cuneo salino.
  5. Il deficit di sedimenti trasportati al mare prodotto dall'estrazione avrà effetti sull'equilibrio delle coste, innescando o accentuando l'arretramento delle spiagge, con la conseguenza di maggiori interventi per la loro salvaguardia e con aumento dei relativi costi d'intervento.
  6. L'effetto complessivo dell'escavazione e generalmente quello di un aggravio della pericolosità idraulica a valle dell'intervento, per l'arrivo di portate di piena. In pratica si trasferisce il problema a valle. Per l'effetto della canalizzazione e la riduzione di scabrezza si verifica un'accelerazione della corrente che accentua il picco di piena a valle.

Per concludere la diffusa opinione che l'estrazione di inerti sia positiva ai fini idraulici “se scavo l'alveo diventa più profondo; quindi ci passa più acqua e aumenta l'efficienza idraulica” può avere un effetto immediato positivo in loco ma crea molti altri problemi, spesso sottovalutati perché si manifestano in tempi lunghi.

Certi che Lei presterà la massima attenzione alle problematiche da noi sollevate , chiediamo una riapertura della discussione per una norma che sappia meglio cogliere gli obiettivi “di prevenzione e la messa in sicurezza della regione fluviale al rischio idrogeologico e agli squilibri fisico-ambientali” e raggiungere il “buono stato” ambientale dei corsi d'acqua così come ci viene richiesto dall'Unione Europea.
La valutazione integrata del “buono stato” ambientale, che deve essere raggiunta entro il 2015, tiene conto degli aspetti idrologici e di quelli morfologici tra i quali la vegetazione ripariale: per la sua funzione fondamentale nel controllo dell'erosione delle sponde, nella funzione di filtro e depurazione delle acque e, non ultimo, di sito di nidificazione di specie rare e minacciate di Ardeidi inseriti nell'allegato I della Direttiva 79/409 della Unione Europea, come la Nitticora e la Garzetta, che costituiscono garzaie di grande importanza conservazionistica.
Distinti saluti.
I firmatari: Associazione Naturalistica Argonauta, Italia Nostra Marche, La Lupus in Fabula – Pesaro, Legambiente Marche, Pro Natura Marche e WWF Marche, Ecologisti Democratici Vallesina, Associazione Ekoclub International Marche; L'Ondaverde ONLUS; Associazione Pescatori Dilettanti Valtenna, U.N.Pe.M Marche.