lunedì 21 novembre 2011

INVITO

Meno 100 chili racconta come si può ridurre la quantità di rifiuti che produciamo ogni giorno a casa e al lavoro.
Alternando l’approfondimento scientifico con racconti e aneddoti, Roberto Cavallo passa al setaccio le azioni che compongono la nostra quotidianità, e per ognuna ci indica come ridurre la quantità di spazzatura che potrebbe generarsi. Dai detersivi alla spina all’acqua del rubinetto, dai trucchi per ottenere il compost direttamente a casa propria all’uso degli ecopannolini. Dagli uffici che risparmiano carta ed elettricità alle feste di compleanno a zero rifiuti. I risultati potranno sorprenderci.
Perché se è vero che produciamo un sacco di rifiuti, che inquinano e impongono la costruzione di discariche e inceneritori, è anche vero che ridurli è facile, vantaggioso e pure divertente.

Roberto Cavallo è nato a Torino nel 1970 ed è stato assessore all’ambiente del Comune di Alba. È il fondatore di ERICA, azienda leader nella consulenza tecnica e comunicazione ambientale per le amministrazioni pubbliche. Ha pubblicato Il compostaggio domestico. Tecniche e consigli utili (Astegiano Editore, 2007), ed è autore e protagonista dello spettacolo teatrale Meno 100 kg. Ricette per una dieta della nostra pattumiera, a cui è ispirato questo libro. 

domenica 16 ottobre 2011

Appello per la non approvazione della proposta di legge n. 90/11 “Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua”

Le sottoscritte associazioni chiedono ai consiglieri regionale delle Marche di non approvare la proposta di legge n. 90/11 “Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua” perché i tre articoli di questa legge avente come “fine di assicurare la realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria ed ordinaria necessarie per la prevenzione e la messa in sicurezza della regione fluviale rispetto al rischio idrogeologico e agli squilibri fisico-ambientali”, permettendo di prelevare la preziosa ghiaia avrà invece l'effetto opposto, come ormai l'esperienza ed ogni trattato di ingegneria idraulica ci conferma.

Nel corso degli anni si è andati ad occupare aree che erano destinate all'espansione naturale del fiume e spesso gli interventi fatti sotto il principio della difesa idraulica e di una maggiore sicurezza del territorio hanno aumentato il rischio idrogeologico nel nostro Paese. Alla luce dell'esperienza fatta abbiamo il dovere di un'inversione di tendenza rispetto all'approccio classico di sistemazione idraulica dei corsi d'acqua andando ad una corretta gestione del territorio.

Il problema posto dalla necessità di interventi e la scarsità delle risorse finanziarie disponibili non può essere superato attraverso “la valorizzazione del materiale litoide” perché questa operazione porterà più costi ambientali ed economici che benefici:
  1. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione innesca una erosione delle sponde e migrazione longitudinale e laterale in tratti precedentemente stabili, con conseguente aumento dell'instabilità.
  2. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione è accompagnata da un abbassamento del pelo libero dell'acqua fluviale ed ha come risultato la destabilizzazione delle pile dei ponti o altre strutture su piloni, mentre condotte o altre strutture sepolte sotto il fondo possono essere esposte o danneggiate.
  3. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione è accompagnata da un abbassamento del pelo libero dell'acqua fluviale e delle falde ad essa idrogeologicamente connesse. L'approfondimento dell'alveo ed il suo “effetto canalizzante” riduce la ricarica naturale delle falde ed aumenta le difficoltà di approvvigionamento idrico.
  4. L'incisione dell'alveo prodotto dall'estrazione è accompagnata da un abbassamento del pelo libero dell'acqua fluviale e delle falde ad essa idrogeologicamente connesse nelle zone costiere favorisce l'ingresso del cuneo salino.
  5. Il deficit di sedimenti trasportati al mare prodotto dall'estrazione avrà effetti sull'equilibrio delle coste, innescando o accentuando l'arretramento delle spiagge, con la conseguenza di maggiori interventi per la loro salvaguardia e con aumento dei relativi costi d'intervento.
  6. L'effetto complessivo dell'escavazione e generalmente quello di un aggravio della pericolosità idraulica a valle dell'intervento, per l'arrivo di portate di piena. In pratica si trasferisce il problema a valle. Per l'effetto della canalizzazione e la riduzione di scabrezza si verifica un'accelerazione della corrente che accentua il picco di piena a valle.

Per concludere la diffusa opinione che l'estrazione di inerti sia positiva ai fini idraulici “se scavo l'alveo diventa più profondo; quindi ci passa più acqua e aumenta l'efficienza idraulica” può avere un effetto immediato positivo in loco ma crea molti altri problemi, spesso sottovalutati perché si manifestano in tempi lunghi.

Certi che Lei presterà la massima attenzione alle problematiche da noi sollevate , chiediamo una riapertura della discussione per una norma che sappia meglio cogliere gli obiettivi “di prevenzione e la messa in sicurezza della regione fluviale al rischio idrogeologico e agli squilibri fisico-ambientali” e raggiungere il “buono stato” ambientale dei corsi d'acqua così come ci viene richiesto dall'Unione Europea.
La valutazione integrata del “buono stato” ambientale, che deve essere raggiunta entro il 2015, tiene conto degli aspetti idrologici e di quelli morfologici tra i quali la vegetazione ripariale: per la sua funzione fondamentale nel controllo dell'erosione delle sponde, nella funzione di filtro e depurazione delle acque e, non ultimo, di sito di nidificazione di specie rare e minacciate di Ardeidi inseriti nell'allegato I della Direttiva 79/409 della Unione Europea, come la Nitticora e la Garzetta, che costituiscono garzaie di grande importanza conservazionistica.
Distinti saluti.
I firmatari: Associazione Naturalistica Argonauta, Italia Nostra Marche, La Lupus in Fabula – Pesaro, Legambiente Marche, Pro Natura Marche e WWF Marche, Ecologisti Democratici Vallesina, Associazione Ekoclub International Marche; L'Ondaverde ONLUS; Associazione Pescatori Dilettanti Valtenna, U.N.Pe.M Marche.

venerdì 9 settembre 2011

Manovra, senza un'idea di futuro l'Italia affonda

“La manovra economica approvata al Senato non risolve i problemi, l'Italia resta sull'orlo del baratro”: questo il commento di Fabrizio Vigni, presidente Nazionale Ecologisti Democratici, sul testo licenziato dal Senato. 


“E' una manovra inadeguata, perché non avvia un risanamento strutturale del debito, e iniqua perché colpisce soprattutto i ceti popolari e i ceti medi. E' la manovra sgangherata di un governo – continua Fabrizio Vigni – che non ha più alcuna credibilità. Ma la cosa ancora più grave è che non contiene alcuna misura innovativa per lo sviluppo, per il lavoro, per contrastare la recessione”.


Serve una svolta politica, un governo diverso ed autorevole – conclude il presidente Ecodem –; serve un'idea di futuro dell'Italia, perché non si esce dalla crisi con le ricette del passato, né basta invocare una generica crescita per far ripartire l'economia. Bisogna decidere in fretta le scelte importanti, a cominciare da politiche industriali e fiscali per l'innovazione ecologica e l'economia verde, per costruire una nuova economia più sana e più sobria”.

venerdì 2 settembre 2011

Referendum elettorale


     Gli Ecologisti Democratici Vallesina organizzano da questa sera un banchetto per la raccolta di firme a favore del referendum abrogativo del "porcellum" presso la festa democratica provinciale che si tiene a Jesi al parco del Ventaglio.
     Con questa e con le altre iniziative che seguiranno, il direttivo degli Ecologisti Democratici Vallesina raccolgono l'invito del comitato promotore di sostenere il referendum per impedire che la "legge porcata", la legge elettorale pensata dal leghista Roberto Calderoli, sporchi anche il prossimo Parlamento. In un momento drammatico come questo, con il Governo italiano commissariato dall'Europa, il Paese ha più che mai bisogno di un Parlamento pienamente rappresentativo e non di nominati.

Con la raccolta delle firme” ha dichiarato Leonello Negozi direttore del Circolo Ecodem di Jesi “vogliamo consentire al popolo di abrogare l'attuale legge elettorale per ridare al cittadino il diritto costituzionale di scegliere i propri rappresentanti attraverso i collegi uninominali; per rafforzare e migliorare il sistema bipolare italiano ed assicurare l'alternanza politica, consentendo ai cittadini di scegliere i parlamentari e chi deve governare il Paese.

sabato 13 agosto 2011

Cancellato il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI)

A parole sostengono di voler risolvere il problema dei rifiuti, di voler attuare la totale informatizzazione della pubblica amministrazione e di voler attuare la lotta alla criminalità: nei fatti una norma contenuta nella manovra finanziaria cancella il Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti.

La tracciabilità dei rifiuti è un obbligo comunitario: l'attuale sistema cartaceo consente frodi e abusi e non è in grado di fornire in tempo reale un quadro della movimentazione dei rifiuti. I dati nazionali disponibili hanno un ritardo di due anni.

 "Gravissima l'inaspettata norma contenuta nella manovra" ha dichiarato lo stesso ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo"  che cancella il Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. Un vero e proprio regalo alle ecomafie".
Leonello Negozi

giovedì 4 agosto 2011

VENTO A FAVORE per chi ha il coraggio di cambiare

Dice l’ONU: “L’umanità ha bisogno di una rivoluzione tecnologica, più importante della prima rivoluzione industriale, per evitare una catastrofe planetaria dovuta al cambiamento climatico ed al degrado ambientale.
Nei prossimi anni ci giochiamo il futuro del pianeta.
Saremo capaci di costruire una nuova economia sostenibile e salvare il clima?
E’ una sfida enorme.
Sembra però soffiare un vento a favore di chi ha il coraggio di cambiare. 

Vento a favore per la green economy: crescono nel mondo gli investimenti in tecnologie verdi e innovazione ecologica. Vento a favore per le energie pulite: anche in Italia, nonostante il  governo che rema contro, le rinnovabili crescono a vista d'occhio.

Vento a favore per nuovi stili di vita, un'idea di benessere più sobria e intelligente.

E c’è un vento a favore, in Italia, per la voglia di cambiamento.
I risultati delle amministrative e dei referendum parlano di un forte risveglio civile, fanno intravedere la fine della orrenda stagione berlusconiana. Ci sarà da ricostruire il paese. Scommettendo sull'ambiente e sulla green economy come nuova frontiera di sviluppo.  Ora più che mai serve il coraggio dei riformisti. Una politica fatta di concretezza e visione del futuro. Un PD dal forte profilo ecologista.

Scrive Seneca: “Non c’è vento a favore per il marinaio che non sa dove andare”.
Abbiamo vento a favore,  sappiamo qual è la rotta giusta.
Verso una nuova economia ecologica, un benessere più equamente distribuito, stili di vita rispettosi dell'ambiente.
È la rotta che può consentire al nostro paese - se saprà valorizzare il suo patrimonio di bellezza e civiltà, scommettere sulla nuova rivoluzione industriale legata alla green economy -  di uscire dalla crisi.
E' la nostra idea dell'Italia. La nostra visione di un futuro desiderabile
Fabrizio Vigni 
Presidente nazionale Ecologisti Democratici

venerdì 15 luglio 2011

Manovra, se si vuole lo sviluppo serve fiscalità per l’economia verde

Chi vuole bene all’Italia, di fronte agli attacchi sui mercati finanziari, non può che consentire la rapida approvazione della Manovra economica in Parlamento: bene hanno fatto il Pd e le opposizioni. Ma ciò non cancella le gigantesche responsabilità del governo per i danni inferti al paese, né il giudizio negativo su un provvedimento socialmente ingiusto e totalmente privo di politiche per lo sviluppo.

Non si esce dalla trappola micidiale che stringe l’Italia tra debito pubblico e recessione se non si dà impulso ai settori più innovativi e dinamici dell’economia, in primo luogo alla green economy. Da questo punto di vista sarebbe sbagliato colpire in modo indifferenziato, con tagli lineari, le agevolazioni fiscali: bisogna invece intervenire in maniera selettiva. Vi sono agevolazioni fiscali, come ad esempio il 55 per cento di credito di imposta per l’efficienza energetica delle abitazioni, che in questi anni hanno consentito di attivare lavori per oltre 11 miliardi di euro, con effetti virtuosi per le imprese edili e per l’occupazione. Consolidare ed estendere l’uso della fiscalità per promuovere produzioni e consumi ecologici è una condizione per far ripartire l’economia italiana.
Fabrizio Vigni presidente nazionale Ecodem

giovedì 7 luglio 2011

Sì Tav? No Tav?

“Io non ho problemi a stare nello stesso partito con chi come Sergio Chiamparino si è legittimamente più volte dichiarato a favore del nucleare, sostenendo con ciò una posizione largamente minoritaria nel Pd, nel centrosinistra e nel Paese.Non capisco perché chi esprime dubbi o contrarietà, più o meno condivisibili sul progetto del tratto italo-francese della Tav dovrebbe per questo venire estromesso dalla coalizione di centrosinistra.
È quanto dichiara il senatore del PD Roberto Della Seta commentando il documento promosso dall’ex sindaco di Torino.
Ciò che davvero è dirimente per forze politiche alleate – aggiunge Della Seta – è la condanna senza se e senza ma di ogni atto e linguaggio violenti, e questa condanna dopo gli scontri dei giorni scorsi è stata nel centrosinistra unanime.
Il resto è discussione di merito sulla bontà e l’utilità di un’ opera pubblica: è giusto che un partito e anche una coalizione su temi così decidano a maggioranza, è invece del tutto inaccettabile – conclude Della Seta – presentare il sì alla Tav in Valle Susa come una sorta di test del buon riformista.”

sabato 14 maggio 2011

INVITO incontro sul tema referendario dell'acqua

Gli Ecologisti Democratici della Vallesina
organizzano:

venerdì 20 maggio ore 21.15
presso l’Ostello “Villa Borgognoni”
Jesi, via Crivelli 1  (angolo via Gramsci)
un incontro sul tema:

H2O: BENE COMUNE  Acqua e servizio idrico integrato: gestione e regole.Prospettive prima, dopo  e “oltre” il Referendum del 12 e 13 giugno
Interverranno:

Bengasi Battisti  - Sindaco di Corchiano (VT), promotore Forum Italiano Acqua Bene Comune
Enzo Giancarli - Cons. Regionale, Presidente Comm. Ambiente Regione Marche
Marisa Abbondanzieri - Presidente ATOO n°2
Ferdinando Avenali  - Presidente Multiservizi SpA
Paolo Cognin - Centri Sociali Marche, Forum Italiano Acqua Bene Comune
Gianluca Fioretti  - Sindaco di Monsano e Presidente degli Ecodem Vallesina
Coordina

Maria Teresa Bianciardi - Corriere Adriatico

la cittadinanza è invitata a partecipare

lunedì 9 maggio 2011

Rinnovabili: un decreto nemico del futuro

Il decreto sul nuovo conto energia per il fotovoltaico approvato dal governo è un colpo duro per le energie rinnovabili.” ha commentato Gianluca Fioretti, presidente degli Ecologisti Democratici Vallesina.

Il governo non ha dato ascolto alle indicazioni di migliaia di imprese ed operatori, ne' ha tenuto conto del parere delle Regioni e delle indicazioni del Parlamento”.
Il brusco calo degli incentivi, al posto di una graduale e equilibrata riduzione commisurata allo sviluppo di tecnologie ed alla riduzione dei costi di installazione, mette a rischio il futuro di lavoratori e di imprese anche nella Vallesina.” a continuato Gianluca Fioretti “ rischiamo posti di lavoro ed un rallentamento delle installazioni, che si stavano affermando anche nel nostro territorio (vedi tabella) come in tutte le Marche. Come Ecodem Vallesina continueremo a batterci per garantire un futuro certo a tutto il settore delle rinnovabili, a fianco delle imprese italiane contro questo governo nemico del futuro.
Impianti fotovoltaici installati
nel comune di Jesi
anno
Numero
Potenza (kW)
2006
2
7
2007
9
75
2008
33
555
2009
27
1367
2010
89
1273
2011
(fino al 5 maggio)
22
3825
TOTALE
182
7102

venerdì 6 maggio 2011

L'intervista del presidente Gianluca Fioretti su Portobello's

Inutile dire che Fioretti è fervente anti-nuclearista senza se e senza ma, che ai referendum, se non verranno bloccati prima, voterà 4 volte "SI" Rivolgiamo a lui la domanda su quali sono le alternative ai reattori per soddisfare il fabbisogno energetico nel Paese?
«I 30 miliardi di euro destinati alla costruzione di centrali potrebbero essere destinati alla ricerca. La prima cosa concreta da fare sarebbe quella di intervenire sull’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico. Questa sarebbe la più grande opera pubblica dal dopoguerra ad oggi, altro che ponte sullo stretto, e ci farebbe risparmiare il 30-40% di energia. Più in generale, penso che lo sviluppo delle energie rinnovabili debba accompagnarsi ad una vera rivoluzione sociale, poiché questo modello di sviluppo ad ogni costo non è più sostenibile».
Molto bello a dirsi. Ma è una strada percorribile?
«Lo è di certo, ma serve un preciso indirizzo politico che questo governo non può dare. Quando mi parlano di alternative concrete, mi viene da sorridere: come se la strada del nucleare fosse realmente percorribile in un Paese come il nostro, che per morfologia, risorse, tempi di attuazione, è quanto di più inadatto alla costruzione di una centrale. Non mi viene in mente un solo posto in Italia che potrebbe essere adatto ad ospitare un reattore. E poi guardiamo alla realtà: qui anche per costruire un ospedale non bastano 7 anni di lavoro: quanti ne servirebbero per una centrale nucleare?».
Non si deve fare l’errore di pensare che il nucleare sia l’unica risorsa energetica pericolosa per la nostra salute. Il nostro territorio, ahinoi, ne sa qualcosa...
«Per questo dico che il discorso energetico deve andare di pari passo con una rivoluzione culturale. Da qui a 50 anni, checché ne dicano i negazionisti, questo pianeta cambierà radicalmente: sempre meno risorse, sempre più persone, sempre più divario. E’ urgente ripensare il nostro modello di sviluppo. E’ urgente capire che la parola “decrescita” non è una bestemmia».

sabato 16 aprile 2011

INVITO Costituzione Comitato Vallesina "Vota Sì per fermare il nucleare"

Abbiamo l’opportunità di dare al Paese un futuro nuovo. Il referendum del 12 e 13 giugno è una splendida occasione di democrazia, per alzare la voce nell’interesse di tutto il paese.
Come già sapete, si è stato costituito ed è operativo il Comitato nazionale e regionale “Vota Sì per fermare il nucleare”, formato da un vasto schieramento unitario di organizzazioni sociali (vedi elenco), di diverso orientamento politico e culturale a cui la sua associazione ha aderito.
Noi vogliamo costruire un Comitato nella Vallesina per mettere la nostra energia, smascherare i trucchetti dei nuclearisti e far capire cosa davvero è più utile, sicuro e conveniente per gli italiani.
Un coordinamento in cui siamo tutti favorevoli al referendum come strumento di democrazia ma anche preoccupati che la scelta del ritorno al nucleare blocchi il processo di innovazione in campo energetico già in atto.
La sfida è molto ambiziosa: convincere a recarsi al voto non meno di 25 milioni di cittadini e far prevalere il SI’.
Per raggiungere questo obiettivo, importantissimo per il Paese, riteniamo sia che strategico organizzarci e coordinarci anche nella nostra Vallesina con un comitato locale “Vota Sì per fermare il nucleare”.
Per condividere ciò, abbiamo pensato di promuovere un primo incontro il giorno
mercoledì 20 aprile alle ore 18,00
presso il Cantinone a Jesi
in via in via San Marino a Jesi
(a pochi passi da Porta Valle)

Confidando nella Tua partecipazione, Ti salutiamo cordialmente.

Per conto del Comitato Regionale
Mario Argentati
Leonello Negozi
Vincenzo Russo

martedì 12 aprile 2011

Il Pd intercetti il vento ecologista

Il grande balzo dei Gruenen tedeschi (verdi), la flessione del Spd, il tracollo dei liberali e l’arretramento del partito della Merkel rappresentano la cifra del risultato elettorale dei due Lander che sono andati al voto pochi giorni fa. Il dato ha una sua importanza per le tendenze elettorali che mette in luce, da una parte le difficoltà serie dei liberali e delle destre, dall’altra la difficoltà e le divisioni della sinistra. Questi orientamenti sembrano manifestarsi anche in altri paesi europei e parlano di un affanno delle grandi “famiglie” politiche e delle forze al governo di fronte alla crisi economica, sociale e diplomatica dell’Europa.


La crescita elettorale dei verdi tedeschi rappresenta un dato significativo su cui la drammatica vicenda di Fukushima ha inciso ma non in maniera determinante, essendo piuttosto il risultato di una lunga pratica d’impegno ecologista e di una percorso politico che ha fatto superare una visione minoritaria, di sola denuncia e di nicchia, rendendo i Gruenen un partito di governo a tutto campo. Il loro pensiero ecologista ha prodotto una nuova visione dell’economia e della politica facendo della sostenibilità dello sviluppo e del sistema energetico e produttivo una proposta di governo per fronteggiare la crisi economica e sociale della Germania.

Anche in altri paesi europei, questo tipo di proposta incontra l’onda crescente sia delle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cambiamenti climatici, sia delle nuove opportunità per la ricerca, l’impresa e l’occupazione che la qualità sociale e ambientale dello sviluppo ha messo in essere.

Da tutto ciò il Pd viene sollecitato a rafforzare il proprio profilo ecologista e le proposte per lo sviluppo sostenibile e la green economy e a lavorare per rendere sempre più chiaro che esse rappresentano l’unica via possibile per il rilancio dell’impresa, della ricerca e dell’occupazione. Tuttavia, non vanno fatti generici parallelismi. Le diversità tra l’esperienza dei verdi italiani e quella dei tedeschi ed europei è notevole, come quella tra il Pd e le forze democratiche e socialdemocratiche europee. In Italia il partito dei verdi ha storicamente coperto un’area culturale e politica importante ma elitaria, forse più di altri ha subìto le conseguenze di una impostazione di sola denuncia.
In Germania invece essi sono da tempo una forza di governo alleata con i socialdemocratici.
Ma anche le forze di sinistra e democratiche italiane hanno operato per superare diffidenze e resistenze e per eliminare ogni contrapposizione tra lavoro e ambiente, tra occupazione e sviluppo sostenibile. Il Pd, infine, è nato raccogliendo le esperienze più avanzate dell’ecologismo italiano e ha collocato nel proprio dna i valori e la cultura ambientalista.
Tuttavia, il tratto ecologista fa fatica ad emergere nel modo d’essere e di agire dei democratici. Come mai? Pur in presenza di una crescita della consapevolezza dei cittadini sull'instabilità climatica e i rischi ambientali, l’azione del Pd rimane ancora insufficiente. In molte realtà abbiamo difficoltà nelle politiche: rifiuti, difesa del suolo, aree verdi, tutela del suolo nelle realtà urbane, mobilità sostenibile, sistema dei controlli ambientali, tutela della biodiversità e degli animali. Le risposte che il Pd ha dato sono giuste ma stentano a diventare partecipazione, aggregazione sociale e governo locale.
Eppure abbiamo fatto scelte giuste e impegnative per l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e contro il nucleare di Berlusconi. Sull'acqua la nostra proposta è valida ma non è conosciuta, come tante altre del Pd.
C’è ancora una scarsa consapevolezza del fatto che ci troviamo dentro l’epoca della rivoluzione “eco industriale” e che questa è la chiave di volta della competitività globale. Con questa consapevolezza andrebbe consolidato ed esteso il buon lavoro in atto, per definire politiche industriali, qualità del sistema produttivo, dell’innovazione, dei prodotti, dell’agricoltura, del turismo e di tanti altri settori economici.
Una attenzione particolare va data al moltiplicarsi di imprese che vedono nella green economy il proprio futuro e con cui dobbiamo allacciare rapporti politici e sostenerle, come abbiamo fatto per chi opera nella nuova filiera delle fonti rinnovabili.
La necessità e lo spazio politico sono grandi e la battaglia referendaria è una imperdibile occasione per far conoscere le nostre proposte e la nostra cultura ecologista. Non dobbiamo essere preoccupati se alcuni partiti tentano di intestarsi l’ecologismo.
Non è questo che offusca il profilo ecologista del Pd.
Semmai ci deve seriamente preoccupare il tipo di concezione e di struttura del partito che c’è e che non gira come dovrebbe: i soggetti del pluralismo interno si considerano in permanente competizione tra di loro, il risultato è che il partito in quanto tale è offuscato, gli incarichi prescindono spesso dalle competenze a causa della “spartizione” correntizia e il ruolo degli organismi dirigenti a tutti i livelli risulta troppo spesso formale e non incisivo. La cosa non va.
Questo modo di praticare il pluralismo è semplicemente dissolvente, perché non potrà mai esserci una singola parte autosufficiente e che possa prescindere dall'unità e dall’autorevolezza dell’insieme. Serve riportare il Pd a unità, plurale, ma unità.
Di questo modo d’essere del Pd l’ecologismo già subisce le conseguenze negative e corre il serio rischio di essere relegato a corrente interna invece di rappresentare una grande e fertile cultura comune, parte del patrimonio genetico del partito.
Sergio Gentili, Coordinatore Forum Politiche ambientali Pd

Rinnovabili, governo emani decreto e ripari il danno

Prima dello scellerato ‘decreto Romani’ sulle rinnovabili l’Italia correva, con risultati inimmaginabili fino a qualche anno fa (quarti nel mondo, nel 2010, per crescita del settore, dietro solo alla Cina, alla Germania e agli Stati Uniti) e stava finalmente crescendo anche la filiera industriale nazionale, con un aumento del 520 per cento in 3 anni per le  tecnologie Made in Italy.
Il decreto ha colpito in modo durissimo proprio il settore che più di ogni altro ha prodotto in questi anni crescita dell’economia, dell’occupazione, dell’innovazione, bloccando i progetti delle famiglie e delle imprese ed i finanziamenti delle banche.

Il governo deve rapidamente, e quanto più possibile, riparare il danno. Il decreto sui nuovi incentivi per il fotovoltaico deve essere emanato accogliendo le proposte ragionevoli avanzate anche delle associazioni del settore: salvaguardare gli investimenti già avviati, nessun tetto annuale ai MW installabili, riduzione graduale delle tariffe sul modello tedesco, sostegno allo sviluppo di industrie italiane produttrici di impianti e tecnologie.
Le rinnovabili sono un investimento sul futuro, non un costo.

Fabrizio Vigni - presidente nazionale Ecologisti Democratici

venerdì 1 aprile 2011

Obama: per lo Stato solo auto verdi

Barack Obama ha ufficializzato che entro il 2015 tutti i veicoli governativi (circa 600.000 tra auto e veicoli commerciali) saranno ibridi, elettrici o alimentati con carburanti alternativi.
Questo provvedimento potrebbe essere esteso anche alle aziende private con cui l'Amministrazione pubblica potrebbe creare delle partnership per facilitare il passaggio ai sistemi alternativi di propulsione.
Barack Obama prevede, per il 2025, la riduzione di un terzo delle importazioni di petrolio da parte degli Usa.

L'indicazione fornita alla US General Services Administration - che acquista i veicoli per il Governo - e a tutte le agenzie federali per arrivare ad un 100% di mezzi ibridi, elettrici o alimentati con carburanti alternative dovrebbe di fatto - sottolinea Automotive News - decuplicare la quota attuale di mezzi "puliti", pari a 14.000 unità circa nell'anno fiscale 2009-2010 su un totale di 145.473 veicoli acquistati.

lunedì 21 marzo 2011

LA GOVERNANCE DEI RIFIUTI NELLA PROVINCIA DI ANCONA

In una provincia ancora integra, con numerosi Comuni che hanno avviato con successo il sistema di raccolta “porta a porta”, la “questione rifiuti” assume un importanza fondamentale per la salvaguardia e la piena sostenibilità ambientale del Territorio.
Il dibattito a livello provinciale sull'adeguamento e realizzazione degli impianti necessari per soddisfare i dati di raccolta, e le imminenti decisioni della Regione circa la definizione dei nuovi Ambiti di gestione dei servizi pubblici e le loro competenze il circolo degli Ecologisti Democratici della Vallesina ad organizzare un'importante, finora unica iniziativa pubblica, per fare il punto della situazione, fornendo ai cittadini le necessarie risposte,
giovedì 24 alle 21.15 a Jesi, presso l’Ostello “Villa Borgognoni” in via Gramsci.
All'incontro, coordinato e moderato dal Capo Redattore di Jesi del Corriere Adriatico, Maria Teresa Bianciardi, parteciperanno gli “attori” principali della questione: il Consigliere Regionale Enzo Giancarli, Presidente della Commissione Ambiente; l’Assessore all'Ambiente della Provincia di Ancona Marcello Mariani; Diego Franzoni, Assessore all’Ambiente del Comune di Ancona; Gilberto Maiolatesi Assessore all'Ambiente del Comune di Jesi; Simone Cecchettini Presidente del Consorzio “CIR33 Vallesina-Misa” e il vice Presidente del Consorzio “Conero Ambiente”, Matteo Gambini.
Quello dei rifiuti è un tema fondamentale riguardo la gestione ambientale dei nostri territori - afferma il Presidente del Circolo EcoDem Vallesina, il Sindaco di Monsano Gianluca Fioretti -, ed occorre che tutte le Istituzioni coinvolte prendano quanto prima decisioni concrete e definitive, per continuare a far mantenere alla nostra provincia quel ruolo da protagonista che ha sempre avuto in ambito regionale, all’insegna della piena sostenibilità e della necessaria valorizzazione della “risorsa rifiuto”.

lunedì 14 marzo 2011

LA GOVERNANCE DEI RIFIUTI NELLA PROVINCIA DI ANCONA situazione attuale e prospettive future della “risorsa rifiuto”

giovedì 24 marzo ore 21.15
presso l’Ostello “Villa Borgognoni”
Jesi, via Crivelli 1 (angolo via Gramsci)


Interverranno:
Enzo Giancarli - Cons. Regionale, Presidente Comm. Ambiente Regione Marche
Marcello Mariani - Assessore all'Ambiente della Provincia di Ancona
Diego Franzoni - Assessore all’Ambiente del Comune di Ancona
Gilberto Maiolatesi - Assessore all'Ambiente del Comune di Jesi
Sauro Brandoni - Presidente Consorzio “Conero Ambiente”
Simone Cecchettini - Presidente Consorzio “CIR33 Vallesina-Misa”


Coordina: Maria Teresa Bianciardi - Corriere Adriatico

domenica 6 marzo 2011

Dal governo un duro colpo alle energie pulite

Il decreto approvato oggi dal governo è un duro colpo per il settore delle energie rinnovabili: di fatto rischia di produrre un blocco degli investimenti, sopratutto per il fotovoltaico. E' vero che è sparito l'assurdo tetto degli 8mila MW (7 volte meno dell'obiettivo che si è data la Germania!), anche per effetto della mobilitazione di un gran numero di imprese, associazioni, cittadini. Ma, lasciando totalmente nell'incertezza il sistema degli incentivi che sarà in vigore a partire dal prossimo giugno, per di più con indefiniti ‘tetti annuali’, il decreto è destinato a bloccare ogni nuovo investimento per la produzione di energia elettrica da solare”: questo il commento di Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti Democratici.

“Una bruttissima vicenda: il governo se ne è infischiato del parere approvato alla unanimità dal Parlamento, ha ignorato le preoccupazioni espresse dalle imprese e dalle associazioni ambientaliste. Non siamo mai stati contrari ad una riduzione graduale degli incentivi, in relazione ai minori costi delle tecnologie ed alla semplificazione delle procedure, né ovviamente alla necessità di contrastare eventuali abusi e speculazioni: ma l'operazione del governo è di tutt'altra natura, perché getta nell'incertezza un settore che avrebbe invece bisogno di regole certe e durature, e produce danni seri proprio al settore dell'economia che più di ogni altro ha in questi anni prodotto investimenti e occupazione”.

“Bisognerà – conclude il presidente Ecodem - proseguire ora la mobilitazione per fare almeno in modo che il decreto sui nuovi incentivi da varare nei prossimi mesi ristabilisca le condizioni essenziali per dare una prospettiva di sviluppo al settore, evitando di andare in senso contrario rispetto all'Europa che scommette sulla green economy”.

giovedì 17 febbraio 2011

Rinnovabili: POTREMMO RISPARMIARE OLTRE 3 MILIARDI DI EURO L’ANNO DA SUBITO

 dal blog di FRANCESCO FERRANTE

In questi giorni stiamo discutendo qui in Senato la riforma del meccanismo degli incentivi per le rinnovabili ed è quindi tanto più necessario fornire i dati reali e uscire dai luoghi comuni. La verità è che nel nostro Paese  i costi più gravosi sulle bollette energetiche non sono certo quelli dovuti alle rinnovabili. Gli incentivi per le rinnovabili pesano infatti per meno della metà del totale degli oneri di sistema: nel 2010 circa 2,7 miliardi su un totale di oltre 5,8 miliardi di euro.” Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto oggi al convegno ‘Verità solare – i numeri del fotovoltaico in Italia’.
E’ quindi ora di fare un po’ di pulizia e liberare le nostre bollette elettriche da oneri che risultano del tutto impropri. Innanzitutto – continua Ferrante -  risulta incomprensibile, come più volte ha denunciato Autorità per l’energia elettrica e il gas, il motivo per il quale su tali oneri i consumatori elettrici che ne sostengono il peso debbano pagarci anche l’IVA come se acquistassero un bene o un servizio: un miliardo nel 2010 indebitamente incamerato dallo Stato ai danni di imprese e famiglie. Tra gli oltre 3 miliardi di euro non destinati alle rinnovabili che hanno gravato sulle bollette elettriche degli italiani nel 2010 vi sono ben 285 milioni che sono destinati all’eredità nucleare; oltre 1,2 miliardi di euro per il famigerato CIP6, che, seppur in esaurimento, ancora nel 2010 incentivava le cosiddette assimilate, un incentivo al fossile in verità. Inoltre sono da conteggiare le agevolazioni che riguardano le  Ferrovie dello Stato, e che lo scorso anno ammontavano a 355 milioni di euro. Tutti oneri, questi, che più correttamente dovrebbero essere sostenuti dalla fiscalità generale, e non in proporzione ai consumi elettrici.
“Ci sono poi – aggiunge il senatore Pd -  644 milioni di euro che i produttori di energia elettrica da fonti fossili, obbligati per legge ad acquistare Certificati Verdi, attualmente scaricano impropriamente sulle bollette dei consumatori eludendo in tal modo la ratio del meccanismo che dovrebbe invece tradursi in una riduzione degli utili per il produttore che non fa sufficiente ricorso a fonti rinnovabili. Per quanto riguarda gli incentivi alle rinnovabili, invece, sono gli unici oneri che dovrebbero correttamente rimanere in bolletta: è la stessa Commissione Europea che sostiene che è essenziale che tali costi siano «fuori bilancio», cioè sopportati dai consumatori di energia piuttosto che dalla fiscalità,  in modo da evitare le tipiche interruzioni «stop-start» ogni qual volta i bilanci degli stati diventano più vincolati”.
“Insomma, i numeri reali ci dicono che incentivare le rinnovabili non solo è utile per promuovere un nuovo sviluppo e nuova occupazione, non solo è indispensabile per la salvezza del Pianeta, ma è anche economicamente sostenibile come d’altronde è dimostrato dalla storia di tutti i Paesi europei che hanno scelto questa strada da tempo e con successo, serve però – conclude Ferrante -  rigore nel concedere gli incentivi solo alle fonti e agli impianti che ne hanno bisogno e “pulire” le bollette elettriche da tutte quelle voci che le rendono inutilmente pesanti.”




Oneri in bolletta in milioni di euro (2010).
1)      Rinnovabili    (69% della componente A3)                  2.756
          di cui  940 (34%) Certificati Verdi ritirati dal GSE
                    826 (30%) Fotovoltaico
                    777 (28%) Cip6 (effettivamente rinnovabili)
                    213 (8%) tariffa omnicomprensiva 
2)     Non rinnovabili                                                            3.052
 
        di cui 1.214 (31% della componente A3) Assimilate
                     355 Agevolazioni tariffarie per le Ferrovie (A4)
                      285 Oneri nucleari  (A2 + MCT)
                         60 Finanziamento attività di ricerca (A5)
                          70 Integrazioni tariffarie per isole minori (UC4)
                          70 Bonus elettrico (As)
                           30 Efficienza energetica     (UC7) 
                        968  IVA sul totale degli oneri
TOTALE GENERALE                                                       5.808              
 
LEGENDA
- Incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate (A3)
Copre gli incentivi allo sviluppo delle fonti rinnovabili (incentivi agli impianti fotovoltaici, ritiro dei certificati verdi in eccesso da parte del GSE, tariffa omnicomprensiva per le biomasse), nonché il famigerato sistema del Cip 6 che serve per incentivare soprattutto le cosiddette fonti assimilate, sostanzialmente un incentivo alle fonti fossili che, nonostante sia in esaurimento grazie alla stop stabilito dalla finanziaria del 2007, nel 2010 pesava ancora per 1,2 miliardi di euro.
 - Finanziamenti regimi tariffari speciali (A4)
Ad oggi queste agevolazioni riguardano esclusivamente le  Ferrovie dello Stato.
- Smantellamento centrali nucleari e chiusura del ciclo del combustibile (A2)
Sono i  costi per lo smantellamento (decommissioning) delle centrali elettronucleari dismesse (Latina, Trino Vercellese, Caorso e Garigliano),  per la chiusura del ciclo del combustibile nucleare (riprocessamento all’estero del combustibile nucleare irraggiato)
- Finanziamento delle compensazioni territoriali per lo smantellamento delle centrali nucleari (MCT)
Queste voce è destinata a finanziare le misure territoriali stabilite per legge a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare 
Finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo (A5)
Sono i costi per l’attuazione del programma nazionale di ricerca e sviluppo di interesse generale per il sistema elettrico nazionale.
 


- Copertura delle integrazioni tariffarie alle imprese elettriche minori (isole minori e altri, UC4)
Per legge sono previste particolari agevolazioni tariffarie a  favore di 14  piccole aziende elettriche  che producono elettricità sulle isole minori (in modo da  tenere conto delle particolari difficoltà e dei maggiori costi di produzione sulle piccole isole).
- Copertura del bonus elettrico (As)
Per poter finanziare il bonus elettrico per le famiglie disagiate e i malati che necessitino di apparecchiature salvavita, è stata introdotta la componente tariffaria As applicata su tutti i clienti elettrici 

- Copertura degli oneri derivanti da misure ed interventi per la promozione dell’efficienza energetica negli usi finali di energia elettrica (UC7)
Questa voce è destinata a finanziare gli oneri derivanti dalle promozione dell’efficienza energetica negli usi finali di energia elettrica non coperti dal gettito derivante dall’applicazione dei corrispettivi per prelievi di energia reattiva.

martedì 18 gennaio 2011

Monsano verso “Rifiuti Zero 2023”

     Primo Comune nelle Marche, 20° in Italia, istituisce l’Osservatorio sui Rifiuti. Un preciso impegno verso la piena sostenibilità

   Nel corso del suo ultimo Consiglio Comunale, il Comune di Monsano ha aderito con voto unanime al percorso verso il traguardo “Rifiuti Zero” entro il 2023, istituendo l’Osservatorio Comunale dei Rifiuti che seguirà concretamente l’amministrazione comunale in tale percorso.

   Dopo i Comuni soci di Capannori (LU), Colorno (PR), Monte San Pietro (BO), Corchiano (VT), Aviano (PN), Seravezza (LU) e Giffoni Sei Casali (SA), dunque, anche Monsano aderisce alla Strategia internazionale “Zero Waste”, in linea con quanto proposto dalla Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi (di cui il sindaco di Monsano è presidente).

   Impegnato concretamente sul tema dei rifiuti, Monsano interviene sui due livelli possibili e attuabili per un Ente locale. Da una parte, ha introdotto la raccolta differenziata attraverso il porta a porta spinto, con una percentuale ormai stabile del 65% ed un’ottima composizione merceologica della componente organica (solo l’1,1% di impurità a novembre 2010, la migliore in ambito provinciale). Dall’altra, il Comune virtuoso attiva progetti concreti per la riduzione a monte della produzione dei rifiuti. Tra questi, l’acqua del rubinetto (eccellente, di Gorgovivo) per le mense scolastiche; detersisi e prodotti alla spina nei negozi; kit di pannolini lavabili forniti ai nuovi nati e ai bambini di età dai 0 a 2 anni; le borse per la spesa in tessuto riciclabile fornite ai cittadini, all’interno della campagna nazionale “Porta la Sporta” per l’eliminazione delle buste in plastica; le stoviglie in mais per le feste e sagre paesane; “lavanoci”, il frutto indiano da usarsi al posto dei detersivi, fornito ai cittadini; le altre iniziative in collaborazione con il Consorzio “CIR33”, l’imminente apertura del Centro per il “Ri-uso” dei beni durevoli e di imballaggi, che possano essere riammesi nel ciclo di utilizzo.
   Iniziative e progetti volti alla sensibilizzazione della cittadinanza verso consapevoli atteggiamenti ed etici stili di vita per la riduzione degli sprechi, nonché per l’uso e il ri-uso di materiali e beni riciclati che dovranno dirigersi verso una unica direzione: l’abbattimento a monte della produzione del rifiuto, nella sua accezione corretta e virtuosa di “risorsa”.
   A tale scopo, è stato istituito l’Osservatorio comunale dei Rifiuti, con il compito di promuovere iniziative e progetti, e di monitorare in continuo il percorso verso il traguardo “Rifiuti Zero”, indicando criticità e soluzioni per renderlo verificabile, partecipato e costantemente in grado di aggiornarsi, anche alla luce della realtà e del quadro normativo locale e nazionale.
   Presidente dell’Osservatorio è il Prof. Paul Connet, dell’Università St Lawrence dello stato di New York, il fautore della “Zero Waste Strategy”, il quale, oltre ad essere in contatto diretto con le molteplici realtà internazionali attivamente impegnate verso “Rifiuti Zero”, conosce da oltre un decennio l’evolversi della gestione dei rifiuti sul territorio nazionale.
   Gli altri componenti sono: il Sindaco di Monsano Gianluca Fioretti; l’Assessore all’Ambiente Dante Danti; i capigruppo consiliari di maggioranza e minoranza, Marco Cardinali e Riccardo Zuccaro; il Responsabile dell’Area Tecnica o un suo delegato; il Direttore del Consorzio “CIR33” Laura Filonzi; Andrea Valentini, della Scuola Agraria del Parco di Monza; il Referente italiano della “Rete Nazionale Rifiuti Zero”, Rossano Ercolini; il Presidente della Cooperativa “Erica” e di AICA (Ass. Internazionale per la Comunicazione Ambientale) Roberto Cavallo.
   “La strategia “Rifiuti Zero - affermano il sindaco di Monsano Gianluca Fioretti e l’Ass. all’Ambiente Dante Danti - non rappresenta un’utopia, ma una forte e concreta assunzione di responsabilità, verso la riduzione della produzione del rifiuto e contro gli inceneritori. Un preciso impegno, progettuale e naturalmente politico, che coinvolgerà tutta l’Amministrazione comunale e la Comunità monsanese, nella certezza che anche attraverso una corretta gestione della “risorsa-rifiuto” passa e si accresce la consapevolezza che il modello attuale di sviluppo non più è sostenibile né per i nostri territori né per le generazioni future”.

   “L’obiettivo che da anni persegue la Provincia di Ancona - dichiara la Presidente Patrizia Casagrande - punta sulla piena sostenibilità ambientale e, quindi, sui rifiuti zero e il riciclo, per una progressiva riduzione dell’attività delle discariche. I successi raggiunti nel nostro territorio in questa direzione sono decretati dai premi che ogni anno riceviamo come “Comuni ricicloni”. Tra le amministrazioni comunali, - prosegue la presidente, - quella di Monsano è punto di riferimento per una serie di iniziative di sensibilizzazione dei cittadini alle più concrete buone pratiche, in uso a livello internazionale. Un Comune che ha il merito di non abbassare mai la guardia in materia di rifiuti, ma di guardare alla questione riduzione dei rifiuti con una lungimirante visione di prospettiva che li connota come risorsa”.

   “Il traguardo che si pone il Comune di Monsano è pienamente condiviso dalla Provincia - dichiara l’Asessore provinciale all’Ambiente, Marcello Mariani - con azioni dirette ai cittadini: dal compostaggio domestico esteso all’intero territorio e che prevede la riduzione della TARSU ai cittadini partecipanti, agli Ecopannolini per i neonati, alla raccolta degli oli domestici integrale sino alle fontanelle pubbliche per l’acqua per la riduzione della plastica. Solo nel 2009, - conclude, - la raccolta differenziata nella Provincia di Ancona ha consentito di evitare l’immissione in atmosfera di oltre 50 milioni di chili di CO2, equivalente a un bosco di 57 mila alberi. Vogliamo che questo bosco virtuale sia sempre più grande, e l’impegno del Comune di Monsano ci aiuta a realizzarlo”.